BELGIAN AUTUMN
A CONFABULATED HISTORY
….Jan Rosseel
a cura di Deanna Richardson
11 Giugno - 24 Luglio, 2015
10b Photography in collaborazione con ILEX Gallery
La vicenda degli Assassini del Brabante rappresenta per molti aspetti un episodio storico insolitamente deprecabile. Non solo perché il gruppo di criminali tra il 1982 e il 1985 ha compiuto una serie di feroci rapine a mano armata e altri crimini, uccidendo 28 persone e ferendone altre 40, ma anche perché l’incompetenza deplorevole e persino sospetta mostrata delle autorità giudiziarie belghe, che non sono riuscite a risolvere questo delicatissimo caso, rappresenta un fallimento per l’intero paese.
Il sottotitolo A Confabulated History, che Jan Rosseel ha dato al progetto fotografico multimediale Belgian Autum, sembra pertanto particolarmente adatto a questa vicenda. La definizione di confabulazione viene fornita nel suo libro: “Colmare le lacune della memoria tramite costruzioni che la mente crede essere fatti. La maggior parte dei casi di confabulazione è sintomatica di danni cerebrali o demenza.” Questo splendido saggio visivo è il frutto della mente di Rosseel, che molti anni fa ha metaforicamente riportato danni cerebrali in quanto figlio di una delle 28 vittime assassinate.
..Photographs by Jan Rosseel
Curated by Deanna Richardson
June 11 - July 24, 2015
10b Photography in collaboration with ILEX Gallery
The story of The Brabant Killers is in many ways an exceptionally lamentable piece
of history. Not only did the group perform a number of violent armed robberies and
other crimes between 1982 and 1985, murdering 28 people and wounding a further
40, but the reprehensible and even suspicious incompetence of the Belgian judiciary in their failure to solve this sensitive case is a fiasco for the country. It is therefore apt that Jan Rosseel subtitled his multimedia photo project Belgian Autumn “A confabulated history”. The definition of confabulation is given in the book: “To fill in gaps in one’s memory with fabrications that one believes to be facts. Most known cases of confabulation are symptomatic of brain damage or dementias.” This beautiful visual essay is the brainchild of Rosseel, who, figuratively speaking, contracted brain damage many years ago as the son of one of the 28 murdered victims….
….Il metodo della confabulazione è pertanto adatto a Rosseel, e offre una soluzione legittima alla rappresentazione di una vicenda così complessa e problematica. L’approccio confabulato di Rosseel rispetto a questa storia incompiuta gli consente di alternare una schiettezza provocatoria a un’enigmatica obliquità. Da questa nuova dimensione artistica Rosseel riesce a trovare il modo per accettare la grottesca assenza di risposte proveniente sia dai colpevoli che dalle autorità giudiziarie. Soprattutto, la sua maturità genera nel lettore/fruitore empatico la consapevolezza che c’è del bello nel male, offrendo così al pubblico una visione morale del mondo leggermente anticonformista.
Testo originale: Frank van der Stok
Traduzione dall’inglese: Valentina Tordoni
BIO
Nato a Bruxelles, Belgio (1979)
L’opera di Jan Rossel può essere meglio descritta come visual storytelling, al confine tra narrazione e documentazione. Rossel lavora come un collezionista di memorie, accumulate sotto forma di fotografie, video e oggetti. Il punto di partenza dei suoi progetti, basati sulla ricerca, sono specifici eventi storici e il concetto di memoria. Le sue storie non solo ricostruiscono gli avvenimenti di riferimento, ma mettono in discussione l’attendibilità della memoria e della nostra mente. Rosseel si comporta come un investigatore che fa ricorso ai metodi della ricerca scientifica e del giornalismo per costruire una narrazione in cui fatti e finzione coesistono. ..The confabulative method is thus pertinent for Rosseel. It offers a legitimate solution for the portrayal of such a complicated and problematic topic. His confabulated approach to this history without closure allows him to alternate a confrontational directness with an enigmatic indirectness. Out of this new artistic dimension Rosseel finds a way to come to terms with a taunting lack of response from both the perpetrators and the judiciary in this case. But, above all, his mature approach creates an awareness in the empathetic reader/viewer that there is a certain beauty in evil. And thus the audience is exposed to a slightly different version of a moral world view.
Text: Frank van der Stok
Translation: Taco Hidde Bakker
Biography
Brussels, Belgium (1979) Jan Rosseel work is best described as visual storytelling, between narration and documentation. He works as a collector of memories using photography, video and objects. The starting point of his research-based projects are historical events and the notion of memory. Stories that not only reconstruct historical events, but also question the reliability of our memory and our brain. He works as an investigator using methods of scientific research and journalism to build a narrative where fact and fiction coexist…..